«”Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra
predicazione e vana anche la nostra fede” (1Cor 15,14). La risurrezione
costituisce anzitutto la conferma di tutto ciò che Cristo stesso ha fatto e
insegnato» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 651).
Tale evento avviene secondo le Scritture, realizza la
speranza del mondo e determina un inizio qualitativamente nuovo della storia. È
inoltre il frutto di un intervento potente di Dio il quale non abbandona la
vita del giusto nella tomba e non permette che il suo santo veda la corruzione,
ma gli indica il sentiero della vita perché possa avere gioia piena nella sua
presenza, dolcezza senza fine alla sua destra (cf. Sal 16,10-11). L’azione di
Dio inaugura un tempo nuovo e un nuovo ordine di cose che pone in crisi il
passato: «Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove» (2Cor
5,17b).
Nella risurrezione di Gesù ha avuto infatti inizio la
risurrezione escatologica di coloro che appartengono a Cristo perché “aspersi
del suo sangue” e perché “rinati dall’acqua e dallo Spirito”, finché ciò che
avvenuto nel Capo si realizzi pienamente in tutte le sue membra. Gesù del resto
aveva detto: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se
muore vivrà» (Gv 11,25), che vuol dire: «La comunione con Gesù è già ora
risurrezione; dove si è stabilita la comunione con lui, è varcato qui e adesso
il confine della morte…Ovunque l’uomo entri nell’Io del Cristo, egli è già
entrato nello spazio della vita definitiva» (J. Ratzinger).
Ce lo ricorda Sant’Ambrogio il quale nella sua Spiegazione
del Simbolo scrive: «Credi che risorgerà anche la carne! Infatti perché fu
necessario che Cristo s’incarnasse? Perché fu necessario che Cristo salisse
sulla croce? Perché fu necessario che Cristo soggiacesse alla morte, ricevesse
la sepoltura e risorgesse, se non per la tua risurrezione? Tutto questo mistero
è quello della tua risurrezione. Se Cristo non è risorto, la nostra fede è
vana. Ma siccome è risorto, la nostra fede è saldamente fondata». Gli fa eco S.
Agostino: «Ha guarito te dalla morte eterna là dove si è degnato di morire in
senso temporale. Ed è morto, oppure in Lui è morta la morte? Che morte è,
quella che uccide la morte?» (Commento al Vangelo di Giovanni 3,3).
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